10 ottobre 2006

Il mio incontro con Don Giussani

Il Don Gius non l’ho mai incontrato, ho avuto la possibilità di conoscerlo solo dopo la sua morte.Da subito mi ha colpito la forza della sua presenza in tutti i gesti a cui ho partecipato e partecipo tutt’ora.Confesso che durante i primi incontri mi sono chiesto “Ma cosa ha fatto questo sacerdote per essere ricordato e citato in continuazione?”Dal giorno in cui mi sono posto questa domanda la mia vita è cambiata profondamente, anche se penso che un’intera esistenza non basti per conoscere totalmente il carisma di questo sacerdote innamorato dell’uomo.Non ho ancora avuto modo di approfondire il pensiero e le opere del Gius, ma ho come “intuito” un’idea di uomo, di ragione, di educazione di cui non avevo mai sentito parlare prima.Impossibile non rimanere affascinati e coinvolti da un modo di vivere la fede così totalizzante, che permette all’uomo di conoscere se stesso attraverso un rapporto con Cristo che pervade tutti gli ambiti della vita. Conoscere il Gius per me ha significato conoscere Gesù. Attraverso l’amore che Don Giussani ha dimostrato per l’uomo ho “riscoperto” quanto sia bello sentirsi amati da Gesù.L’”impatto” che ha avuto il Gius nella mia vita è difficile da sintetizzare in parole.Il lavoro, gli interessi sportivi, la mia passione per il cinema e la musica, hanno assunto una dimensione più “reale”, hanno trovato il loro giusto ruolo nella mia vita.Con questo non voglio dire che stia trascurando gli interessi che da sempre coltivo e non abbia cura del mio lavoro, ma è evidente che quello che prima identificavo come “tutta la mia vita” ora è un aspetto importante di una magnifica esperienza che ha, al centro, la figura di Cristo.Per me questo cambiamento è naturale e per niente traumatico, cosa che non posso dire per alcuni amici e familiari i quali sono disorientati nel vedermi così coinvolto nell’esperienza che vivo e nel contempo così sereno.Non posso pretendere che tutti capiscano la “rivoluzione” che il Gius ha portato alla mia vita, ma non nascondo il desiderio che tutti possano sentire quel bisogno di giustizia, verità e bellezza che Don Giussani, con le sue parole, mi sta facendo conoscere, giorno dopo giorno.Sabato scorso ho incontrato davvero il Gius, è la prima volta che mi capita di entrare in un cimitero per visitare un defunto e di uscirne più sereno di prima.Perché? Perché il Gius non è morto, quegli occhi impressi sulla foto della sua lapide mi parlano sempre ed io li cerco nei momenti di difficoltà.La mia storia personale con il Gius mi ricorda quella con Gesù; io non l’ho mai sentito parlare da vivo, ma è come se fosse sempre con me.

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