15 dicembre 2006

"Quale pace se non salviamo ogni vita?" (S.Teresa di Calcutta)

...perchè la pace è un'utopia ideologica se l'uomo non parte dall'amore e dall'accoglienza a TUTTO ciò che esiste nella realtà.

Dal MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI PER LA CELEBRAZIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 1° gennaio 2007

“La persona umana, cuore della pace” (...)
Il diritto alla vita e alla libertà religiosa
4. Il dovere del rispetto per la dignità di ogni essere umano, nella cui natura si rispecchia l'immagine del Creatore, comporta come conseguenza che della persona non si possa disporre a piacimento. Chi gode di maggiore potere politico, tecnologico, economico, non può avvalersene per violare i diritti degli altri meno fortunati. È infatti sul rispetto dei diritti di tutti che si fonda la pace. Consapevole di ciò, la Chiesa si fa paladina dei diritti fondamentali di ogni persona. In particolare, essa rivendica il rispetto della vita e della libertà religiosa di ciascuno. Il rispetto del diritto alla vita in ogni sua fase stabilisce un punto fermo di decisiva importanza: la vita è un dono di cui il soggetto non ha la completa disponibilità. Ugualmente, l'affermazione del diritto alla libertà religiosa pone l'essere umano in rapporto con un Principio trascendente che lo sottrae all'arbitrio dell'uomo. Il diritto alla vita e alla libera espressione della propria fede in Dio non è in potere dell'uomo. La pace ha bisogno che si stabilisca un chiaro confine tra ciò che è disponibile e ciò che non lo è: saranno così evitate intromissioni inaccettabili in quel patrimonio di valori che è proprio dell'uomo in quanto tale.
5. Per quanto concerne il diritto alla vita, è doveroso denunciare lo scempio che di essa si fa nella nostra società: accanto alle vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni e dall'eutanasia. Come non vedere in tutto questo un attentato alla pace?
L'aborto e la sperimentazione sugli embrioni costituiscono la diretta negazione dell'atteggiamento di accoglienza verso l'altro che è indispensabile per instaurare durevoli rapporti di pace.
(...)

Per approfondire http://www.chiesacattolica.it/cci_new/news_images/2006

24 novembre 2006

XV giornata nazionale della colletta alimentare

“Nella nostra miseria quotidiana, quando il buio sembra prevalere, è un volto amico che ci risolleva. E per un amico, in un rapporto amoroso, siamo capaci di dare tutto. La carità è questo dono di sé commosso all'altro. Piccoli gesti, come fare la spesa per un bisognoso, sono scintille che riaccendono il fuoco della carità verso di sè e verso il prossimo"
DOMANI 25 NOVEMBRE 2006 SI SVOLGERA' IN TUTTA ITALIA LA DECIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE, INIZIATIVA ANNUALE ORGANIZZATA DALLA FONDAZIONE BANCO ALIMENTARE ONLUS.
PARTECIPA ANCHE TU ALLA COLLETTA ALIMENTARE: RECATI PRESSO UNO DEI SUPERMERCATI DELLA TUA CITTA' (v. elenco sul sito del banco: www.bancoalimentare.it), DOVE, CON UNA PICCOLA SPESA AGGIUNTIVA, POTRAI COMPIERE UN GESTO DI CONCRETA CARITA' CRISTIANA VERSO I PIU' POVERI.
NEI SUPERMERCATI TROVERAI I VOLONTARI DELLA COLLETTA, MOSSI DA CIO' CHE E' BEN ESPRESSO NELLE RIGHE IN EPIGRAFE.
CONDIVIDERE I BISOGNI PER CONDIVIDERE IL SENSO DELLA VITA.
TI ASPETTIAMO!!

14 novembre 2006

“Sto impazzendo, perché penso al nostro futuro”

Mi sembra doveroso fare alcune precisazioni in merito alle ultime esternazioni del nostro Premier che ha definito il Paese “impazzito, perché non pensa al proprio futuro”.
Prima di tutto mi sembra evidente che se queste parole fossero state pronunciate da Berlusconi subito dopo si sarebbe levato un polverone con tanto di pretesa di scuse ufficiali.

Siccome non sono un moralista non ritengo di sentirmi offeso per l’ultima esternazione del nostro Premier. Piuttosto mi sento preso in giro quotidianamente. E’ un cosa diversa, perché una frase sbagliata può scappare a tutti, ma insistere nel convincermi che la Finanziaria di quest’anno è stata studiata per il bene del paese è una presa in giro, e quindi un’offesa.

Non si può pensare di darla a bere a tutti indistintamente, perché, grazie a Dio, c’è gente che ragiona con la propria testa.
Le prime mosse attuate con il Decreto Bersani mi avevano per certi versi ingannato: pensavo che il Governo perseguisse una politica sbagliata, ma almeno tesa ad un obiettivo: la punizione nei confronti di chi non li ha votati. Infatti il Decreto Bersani ha colpito soprattutto lavoratori autonomi, professionisti, commercianti e piccole imprese.

Ma poi, con la Finanziaria, ho aperto gli occhi. Il Governo ha deciso fin dall’inizio una linea di completo asservimento nei confronti dei sindacati, ma non è comunque riuscito a soddisfare nemmeno loro, perché tutti pagheranno di più.

Vai in vacanza: aumentano le tasse. Hai un’auto: aumentano le tasse. Hai una casa: aumentano le tasse. Hai due stracci di bot in banca: aumentano le tasse. Muori: aumentano le tasse.

Tutti dovranno aprire il portafoglio: ricchi e poveri.

Per questo sono preoccupato, perché l’attuale Governo non ha una linea, ma procede per tentativi.
Prima introduce una legge, poi si accorge che sarebbe stata troppo punitiva anche ai tempi del Soviet, e allora la ammorbidisce. Ma poi Rifondazione insorge e allora nasce un’altra imposta per quei ricconi che si possono permettere un’auto.

Non mi sembra di essere impazzito, ma forse se lo sono, è perché con il lavoro che faccio devo continuamente rincorrere le norme con le modifiche e le modifiche delle modifiche.
Sono stato critico anche nei confronti del centro-destra quando ha introdotto leggi che poi ha modificato, ma una farsa come quella degli ultimi mesi non l’avevo mai vista né sognata.

Ormai anche i più fedeli votanti del centro-sinistra sussultano ogni volta che va in onda il Tg poiché sanno che li aspetta una nuova tassa appena inventata.

Il Paese sta impazzendo? Ci credo, perché la gente, proprio pensando al proprio futuro, ha capito che la situazione è grave, molto più grave di quanto potesse immaginare…..

PIù spinelli per tutti

E’ possibile che il ministro Turco parta da un’avversione viscerale verso qualcun altro che l’ha preceduta a Roma (lei e i suoi ‘compagni’ si tengono per mano in quest’avversione).
La signora prosegue mostrando di voler abbattere tutto quello che le ricorda il recente passato: ciò vale anche per la legge Bossi-Fini.
Lei, siccome è buona e solidale con tutti, ha, infatti, pensato che 500 mg di sostanzina per confezionare spinelli personali siano pochini: bisognava proprio innalzare la soglia del non punibile (e quindi del perfettamente lecito) a 1000 mg.
Constato che fra tutte le cose blaterate dai sapienti contentissimi di quest’ideona, nessuno ha specificato che valore abbia dire ‘pochi’ o ‘tanti’ rispetto ai mg in questione.
500? 1000? 10000? Quanti mg va stabilito servano per assaporare un pò di pseudo felicità organizzata? 1000 potrebbero essere pochi. Io, nel dubbio che qualcuno si senta felice solo a 1001, alzerei la soglia. Anzi, la toglierei del tutto. (Sarebbe meno ipocrita).
Sembra di stare al circo. Quante acrobazie per tentare di proporre come giusto ciò che non lo è (perché ciò che fa morire, nel fisico come nell’anima, non è giusto). Quanti rimbalzi patetici. Comunque, alla fine, il salto lo dovremo fare tutti (soprattutto quei sapientoni con la moralità superiore) e lì non ci sarà la rete sotto il trapezio.
Ho sentito il figlio di Muccioli di San Patrignano, lì dove la gente è arrivata per lo più all’esito di un tunnel alla cui origine stava un insignificante e leggerissimo spinellino: chi opera con l’uomo e non con le tabelle o con le carte, chi vive la realtà e non il sogno ipocrita, giudica contro l’uomo una scelta che, obiettivamente, istiga a drogarsi.
Ah non è così? Invece è proprio così e - peggio per lui - chi dice il contrario è proprio un gran bugiardo che in fondo odia l’uomo (quindi, che sciocco!, anche se stesso) ed è meglio si vergogni. Vergogna.
La droga è droga, lo è anche lo spinellino leggerino - che, fra l’altro, non compri al supermercato, ma dallo spacciatore in stazione (e magari quello stesso spacciatore spesso gestisce anche le prestazioni sessuali di donne e, per i più esigenti, anche di bambini). (E’ da grotta il parlamentare che spinella e si batte per l’ambiente più pulito).
Che bello fare il gioco del crimine. Servivano proprio uomini e donne illuminati che aiutassero anche il mercato della droga a risollevarsi dalle ‘crisi devastanti’ successe negli ultimi anni - e del tutto magicamente scomparse all’istante a metà aprile.
Che bello immaginare un mondo dove tutti si drogano (per ora solo molti lo fanno). Anche quest’estate in un parco divertimenti c’era un gruppo di adolescenti che spinellava tranquillamente: che gioia vederli drogarsi, vero signora? Ma che adulti magnifici; è rassicurante sapere che molti di quei magnifici governano il paese.
Brava signora, lei sì che vuole bene alle persone. Che cuore, che saggezza. Adesso, dopo che dalle carceri sono usciti tanti che hanno rotto senza pagare, arriva la benedizione dello Stato sullo spinello. Cari cittadini, drogarsi è cosa buona e giusta.
Il male commosso ringrazia (in primis chi li ha votati).

08 novembre 2006

Ancora più vicini a Renato!!!

La scorsa notte il Fronte Rivoluzionario per il Comunismo ha recapitato presso l’abitazione del giornalista Renato Farina un pacco contenente un grosso sasso e due pagine con degli insulti.
In questo scritto sono contenuti anche i nomi dei ristoranti in cui Farina si reca abitualmente e il modello dell’auto che il giornalista non utilizza da quando si trova sotto scorta.
Purtroppo non ci troviamo di fronte ad una “bravata” di qualche ragazzetto, ma ad una intimidazione proveniente da gente ben organizzata.
Il gesto compiuto ieri sera è l’ennesimo attacco nei confronti di un giornalista che difendendo la verità in modo sincero e deciso si è procurato innumerevoli nemici non solo tra i membri di qualche loggia comunista, ma anche tra i “politicamente corretti”che occupano importanti cariche nell’ambito della giustizia, della politica e del giornalismo.
La gente che ieri sera ha compiuto l’atto intimidatorio si è sentita legittimata a proseguire nel tentativo di annientamento del giornalista iniziato prima dai giornali e poi proseguito dalla magistratura la quale ha chiesto la radiazione dall’Albo.
Farina ha spesso chiamato in causa persone “intoccabili” oppure semplicemente raccontato dei fatti realmente accaduti.
Ma come ho già detto la verità è scomoda, soprattutto perché solo la verità rende le persone veramente libere. Il tentativo di chiudere la bocca a Farina non è un semplice attacco nei suoi confronti, ma è un attacco alla nostra libertà, alla nostra capacità di giudicare i fatti e le notizie con la ragione e non con il filtro fornito dalle solite testate giornalistiche politicizzate.
Giornalisti come Farina sono una minaccia perché permettono alla gente di “sfuggire” dalle ideologie che sono state appositamente create per “controllarci”, per farci vivere come degli automi, per farci “bere” qualsiasi porcheria venga letta sui giornali.
Sapete cosa ha detto ieri un funzionario del Sismi durante l’interrogatorio davanti al Copaco? Che Farina faceva da tramite con gli informatori per la liberazione degli ostaggi italiani. E vi sembra un reato? Questo dimostra che Farina non ha pagato per la faccenda Sismi, la quale è stata solo il pretesto per eliminarlo.
Giuliana Sgrena, che è stata liberata anche grazie al lavoro Farina si è schierata con quella sinistra che sta cercando in tutti i modi di annientare proprio lui, uno dei fautori della sua liberazione.
Per fortuna la giustizia non è di questo mondo, penso che lassù, quando sarà l’ora, se ne vedranno delle belle.

29 ottobre 2006

De Crescenzo:" la vita è gestita dal caso".

Il mio quotidiano viaggio mattutino verso il luogo di lavoro è accompagnato da un frenetico zapping radiofonico.
Stamattina mi sono imbattuto in una notizia curiosa: un uomo è stato condannato per aver portato “iella”. In sostanza questo “malfattore” avrebbe mandato un sms ad un'amica (penso ormai ex) augurandole il fallimento della sua attività commerciale, un bar. Il destino ha voluto che l’attività andasse veramente male e che la donna denunciasse l’uomo. Risultato: condanna al pagamento di 350 € per aver portato iella.
La cosa sembra già assurda, ma il bello deve ancora arrivare. Il vj della radio aveva preparato un'intervista a Luciano De Crescenzo al fine di chiedergli se credesse nella sfortuna e nella possibilità di trasmetterla. Il filosofo napoletanto risponde: “ Io non darei peso alla fortuna/sfortuna in quanto la nostra vita è gestita dal caso”.
Per fortuna ero fermo al casello dell’autostrada perché, dopo aver sentito una cosa simile, ho avuto un momento di mancamento.
Ma poi ho subito pensato all’incontro di ieri di scuola di comunità. Uno dei miei amici interviene dicendo: “l’esperienza che viviamo con il Movimento è fondamentale perché ci mette nelle condizioni di poter sentire, in ogni istante che viviamo, la presenza di Gesù, che ci ha ama fino in fondo”.
Le parole di De Crescenzo dimostrano in modo inequivocabile l’abissale differenza tra la vita vissuta da una persona che si sente amata in ogni istante da una che invece vive tanto per vivere e trova nel caso la spiegazione di ogni cosa che accade.
Il problema è che la maggior parte delle persone pensa veramente che la vita sia gestita da un “qualcosa” che si dimostra a volte amico e a volte ostile.
Incontrare Gesù è qualcosa di immenso perché ti permette di vedere ogni cosa che ti accade con un’ottica completamente diversa. Dio c’entra con tutto, perciò tutto quello che ti capita, dalla battuta con il collega al progetto di un matrimonio, rimandano a Lui, alla sua immensa volontà di amarci. Se noi tutti tendessimo a Cristo in tutti i gesti che facciamo, la vita sarebbe stupenda; con questo non dico che l’esistenza non riservi difficoltà e problemi piccoli e grandi, ma tutte queste cose acquisterebbero un significato diverso, in quanto rappresentano un momento da vivere e amare perché frutto di un dono d’amore e non del caso. Concludo invitando chi non è mai andato alla scuola di comunità a partecipare ad un incontro almeno una volta, perché, come dice la persona più importante della mia vita: “La scuola di comunità è la vita”.

19 ottobre 2006

Prodino: il "cattolico adulto"

Sul numero di sabato scorso de “Il Giornale” è stato pubblicato un commento di Don Gianni Badget Bozzo al recente incontro tra Benedetto XVI ed il premier.
La domanda che si pone Don Gianni in questo bellissimo articolo è la seguente: “Ma che tipo di cattolico è Prodi”?
Lui si è definito un cattolico “adulto” cioè capace di interpretare a suo modo le dichiarazioni dei vescovi, anche in quelle materie che, da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Ratzinger aveva dichiarato impegnative per i cattolici: quelle riguardanti il sesso e la vita, le questioni nodali dell'uomo nel suo corpo fisico e nel suo corpo sociale.
Tale affermazione risale all’anno scorso quando il popolo italiano si è recato alle urne per il referendum sulla proceazione assistita.
In quell’occasione, grazie a Dio, ad essere veramente “adulto” è stato il popolo italiano che ha votato (o non votato) con grande coscienza.
Come scrive Don Badget Bozzo “..Prodi svolge una funzione evidentemente ambigua: deve essere formalmente cattolico per poter avallare il compromesso che il laicismo italiano segue per giungere al potere di un Paese che sente nella Chiesa la forza che custodisce la sua identità….”.
E continua: “….la sua qualifica di cattolico serve a coprire un compromesso e il suo compito è quello di condurre i cattolici a votare assieme a tutte le posizioni idealmente laiciste in questioni che la Chiesa di Papa Benedetto XVI ritiene rilevanti per il cattolico…..Prodi va in Vaticano come capo della coalizione opposta e annovera tutte le posizioni politiche che sostengono posizioni in via di principio diverse da quella cattolica: dalle staminali ai pacs. Il fronte di Prodi è un fronte laicista che Prodi acconsente di guidare e di legittimare in quanto cattolico……”.
Con queste veloci ma acutissime considerazioni Don Gianni Badget Bozzo “smonta” la pretesa del nostro premier di “auto-promuoversi” al grado di “cattolico adulto”. Una volta bocciata la promozione, Don Gianni cerca almeno di salvare l’attuale posizione del premier domandandosi: “In che senso Prodi è politicamente cattolico? La risposta: “…lo è solo nella misura che è necessaria per disarmare l'esistenza cattolica alla pressione laicista e permettere alla sua alleanza di diventare l'esclusiva depositaria del potere. La questione cattolica oggi esiste su temi che riguardano la concezione dell'uomo come creatura, è un fatto nuovo che riguarda la posizione del mondo religioso verso l'universo creato dalla scienza e dalla tecnica…. Prodi non troverà nel cardinale Bertone i medesimi buoni sentimenti che trovava nel cardinale Sodano: altri tempi, altra storia…..”.

Insomma, mi sa che oltre alla mancata promozione ci scappa anche la retrocessione. Povero Prodi, in un momento come questo non ci voleva proprio una bocciatura simile….

13 ottobre 2006

Cittadinanza in 5 anni? No, grazie!!

Aderiamo anche noi all'iniziativa di Forza Italia per dire no alla proposta di legge del centro-sinistra che vuole attribuire la cittadinanza in cinque anni ai cittadini stranieri!!
Per leggere e sottoscrivere la petizione basta cliccare qui:
Al link: http://annavercors.splinder.com/ trovate un bellissimo post in cui si spiegano le ragioni di questa scelta.

10 ottobre 2006

Il mio incontro con Don Giussani

Il Don Gius non l’ho mai incontrato, ho avuto la possibilità di conoscerlo solo dopo la sua morte.Da subito mi ha colpito la forza della sua presenza in tutti i gesti a cui ho partecipato e partecipo tutt’ora.Confesso che durante i primi incontri mi sono chiesto “Ma cosa ha fatto questo sacerdote per essere ricordato e citato in continuazione?”Dal giorno in cui mi sono posto questa domanda la mia vita è cambiata profondamente, anche se penso che un’intera esistenza non basti per conoscere totalmente il carisma di questo sacerdote innamorato dell’uomo.Non ho ancora avuto modo di approfondire il pensiero e le opere del Gius, ma ho come “intuito” un’idea di uomo, di ragione, di educazione di cui non avevo mai sentito parlare prima.Impossibile non rimanere affascinati e coinvolti da un modo di vivere la fede così totalizzante, che permette all’uomo di conoscere se stesso attraverso un rapporto con Cristo che pervade tutti gli ambiti della vita. Conoscere il Gius per me ha significato conoscere Gesù. Attraverso l’amore che Don Giussani ha dimostrato per l’uomo ho “riscoperto” quanto sia bello sentirsi amati da Gesù.L’”impatto” che ha avuto il Gius nella mia vita è difficile da sintetizzare in parole.Il lavoro, gli interessi sportivi, la mia passione per il cinema e la musica, hanno assunto una dimensione più “reale”, hanno trovato il loro giusto ruolo nella mia vita.Con questo non voglio dire che stia trascurando gli interessi che da sempre coltivo e non abbia cura del mio lavoro, ma è evidente che quello che prima identificavo come “tutta la mia vita” ora è un aspetto importante di una magnifica esperienza che ha, al centro, la figura di Cristo.Per me questo cambiamento è naturale e per niente traumatico, cosa che non posso dire per alcuni amici e familiari i quali sono disorientati nel vedermi così coinvolto nell’esperienza che vivo e nel contempo così sereno.Non posso pretendere che tutti capiscano la “rivoluzione” che il Gius ha portato alla mia vita, ma non nascondo il desiderio che tutti possano sentire quel bisogno di giustizia, verità e bellezza che Don Giussani, con le sue parole, mi sta facendo conoscere, giorno dopo giorno.Sabato scorso ho incontrato davvero il Gius, è la prima volta che mi capita di entrare in un cimitero per visitare un defunto e di uscirne più sereno di prima.Perché? Perché il Gius non è morto, quegli occhi impressi sulla foto della sua lapide mi parlano sempre ed io li cerco nei momenti di difficoltà.La mia storia personale con il Gius mi ricorda quella con Gesù; io non l’ho mai sentito parlare da vivo, ma è come se fosse sempre con me.

Confessioni di una mente pericolosa

Non vi è mai capitato di parlare di politica con un elettore che si dichiara apertamente di Rifondazione Comunista?Una delle frasi più spassose che ti possa capitare di sentire è la seguente: “Io voto Rifondazione ma non sono un comunista”. Vi assicuro che non è semplice rimanere indifferenti ad una tale provocazione, il sentimento che si prova davanti a questa immensa fesseria è un misto di rabbia e compassione. Ma come? Voti per il partito che vuole rifondare il comunismo in Italia e non sei comunista? A mio parere molti di questi comunisti (perché questo sono) dovrebbero leggere l’articolo apparso sull’edizione odierna di Libero in cui vengono riportati alcuni stralci dell’intervista a Bertinotti durante la trasmissione “Otto e Mezzo” condotta da Giuliano Ferrara.Fausto confessa: “Mi piacerebbe ci fosse una dittatura di Rifondazione Comunista, ma con tutta evidenza non è cosi’”.Ma vi rendete conto della gravità della cosa? Il Presidente della Camera che nostalgicamente intravede il sogno di una dittatura comunista!!La cosa che lascia allibiti è che nessuno ha fiatato e fiaterà. Se qualche anno fa Casini fosse uscito con affermazioni simili sarebbe stata la fine politica (se non addirittura fisica) di Berlusconi & C.Dunque, cari amici comunisti, fate come il vostro leader, togliete la maschera una volta per tutte e fate vedere quello che siete veramente.

07 ottobre 2006

Forza Renato, noi siamo con te!!

La notizia della sospensione di un anno dall’attività giornalistica di Renato Farina ci ha molto amareggiato.Perché? Perché riteniamo che Renato Farina sia uno dei migliori giornalisti in circolazione, uno dei pochi ancora capace di difendere i valori della nostra civiltà cristiana, ormai quotidianamente attaccata.Il suo peccato? Quello di aver difeso l’Occidente e di essere “troppo” sincero e libero rispetto al manipolo di giornalisti gestiti come burattini da alcune testate italiane.I giorni successivi alla notizia del coinvolgimento di Farina nella vicenda Abu Omar si è alzato il coro assordante dei benpensanti e dei moralisti che hanno attaccato il giornalista con tutto l’odio possibile. Non importa se questi denigratori da quattro soldi ne hanno combinate di cotte e di crude ed hanno accolto con tutti gli onori del caso la nomina a Segretario della Camera di un terrorista che si è beccato 25 anni di carcere (ne ha poi scontati 12) per l’assalto al carcere di Firenze in cui morì un agente di polizia.In questo Paese ormai ci stanno costringendo a vergognarci se facciamo del bene per il popolo, mentre ci portano in palmo di mano se aiutiamo i terroristi ad essere riabilitati.Siamo sicuri che Renato non si sente solo in questo momento, la sua fede è più forte di questa “umana” condanna. E’ stato punito perché ha deciso di essere cristiano fino in fondo, ma appunto perché cristiano supererà questa difficoltà diventando ancora più forte.
Renato, noi siamo con te.
Un abbraccio forte.

P.S. Il sito "il Giulivo" (www.ilgiulivo.com) ha organizzato una raccolta firme per chiedere l'annullamento della sospensione di un anno dall'attività giornalistica. Aderisci anche tu cliccando qui:
http://www.petitiononline.com/Farina/

04 ottobre 2006

Crozza: "Homo erectus non molto sapiens"

In questi giorni su La7 vengono trasmessi degli spot per pubblicizzare il nuovo programma di questo “mattatore”: un programma che ruota attorno alla vis comica di Maurizio Crozza, una persona che ignora il sentimento di milioni di italiani i quali, in quanto cristiani e cattolici, amano il Santo Padre. Gli spot sul programma si incentrano nientemeno che sul rammarico del Santo Padre a seguito degli avvenimenti dopo la straordinaria e memorabile lezione di Ratisbona. Ma il Papa viene presentato come una macchietta, al balcone di Castelgandolfo, attorniato da due cardinali. Una cosa vergognosa, penosa ed offensiva.
La vigliaccheria di questo essere che sa bene che nessuno sguainerà spade contro di lui e non rischia né la vita né la galera offendendo milioni di persone e si presenta come un grande artista, non ha davvero limiti. Spero davvero che i responsabili de La7 prendano dei provvedimenti onesti.

Tratto dal blog Anna Vercors (http://annavercors.splinder.com/)
Se volete dire il vostro no a questa vergogna cliccate qui:
http://natanaele.splinder.com/post/9304275
E' importante!!

28 settembre 2006

Susanna Tamaro, ovvero "Va dove ti porta il nulla".

Leggevo oggi sull’edizione on-line del Corriere un’intervista a Susanna Tamaro, un’ammirata scrittrice del panorama italiano.
L’incipit dell’intervista è già un programma: “…..Vivo un’esperienza amorosa con una donna da 18 anni….”. Ma il bello deve ancora arrivare: “Ho avuto due storie importanti nella mia vita…la prima nell’adolescenza, la seconda intorno ai trent’anni: è finita quando ho capito che non ero fatta per la vita di coppia. E poi lui desiderava dei figli, mentre io non ne volevo….L’idea di avere un bambino mi dava un senso di profonda inquietudine. Ero convinta che sarei stata una pessima madre e la gravidanza mi terrorizzava dal punto di vista fisico.
Non sono omosessuale: magari lo fossi, in quel caso la mia vita sarebbe sentimentalmente completa.
Nella vita ci può essere una gran varietà di relazioni, basta non avere limiti mentali e non aver paura di quello che dice la gente….”.
Potrei andare avanti con altre perle di saggezza della nostra autrice, ma vi risparmio…..
Dopo aver letto l’intervista mi è subito balenata l’idea: la Tamaro “ci fa”. Più che un’idea è una speranza, perché se davvero la scrittrice triestina si trova in queste condizioni sarebbe il caso di farsi aiutare da qualcuno piuttosto che scrivere libri.
Il titolo del suo libro più famoso è “Va dove ti porta il cuore”. Ma dove volete che porti il cuore di una persona? Alla felicità!!! Ma la felicità con la F maiuscola!!
Il suo ex-fidanzato aveva espresso il suo desiderio di essere felice diventando papà. Giammai!!!!
E’ troppo difficoltoso, troppo doloroso, troppe responsabilità….
Meglio vivere un bella e onesta amicizia amorosa, senza capo né coda.
E poi la scrittrice ha il coraggio di affermare che non ci devono essere limiti mentali, spero stesse scherzando…..
Il vero limite mentale è rappresentato dal nichilismo tristissimo espresso dalle parole dell’autrice.
Nessuna persona responsabile pensa che la nascita di un figlio non possa generare ANCHE inquietudine, ma al contempo spera che prevalga sempre la felicità per la nascita di un essere umano, membro di una famiglia.
Il problema di oggi è che l’uomo moderno non cerca più nemmeno la felicità, perché questa ricerca costa fatica e sacrifici. Più facile rimanere piuttosto nella mediocrità annientando ogni desiderio di realizzazione nella famiglia….
Ho un’idea: quasi quasi faccio leggere questa intervista ad una di quelle vecchiette che passano per il paese tutte ingobbite con il viso segnato delle fatiche della vita che ha riservato loro levatacce alle tre di mattina per mungere le mucche con successiva sveglia di gruppo degli otto figli sfamati a pane e polenta.

Mi scusi signora Tamaro, ma c’è molto più da imparare da queste nonnine che dalle sue opere letterarie.

26 settembre 2006

La tradizione cristiana ed i cattolici d'oggi

Durante l’incontro di scuola di comunità tenuto mercoledi’ scorso abbiamo discusso e analizzato il tema della tradizione nella vita della Chiesa.In “Perché la Chiesa” Don Giussani scrive: “…..la tradizione è la coscienza della comunità che vive ora, ricca della memoria di tutta la sua vicenda storica…..La comunità cristiana, come Chiesa, è una persona che, crescendo, prende coscienza della verità che Dio le ha messo dentro e intorno….L’importanza della tradizione è decisiva, perché se la tradizione ci viene attraverso la vita della comunità, essendo quest’ultima il progredire di Cristo nella storia, quanto adesso insegna non può essere in contrasto rispetto a quanto insegnava mille anni fa…”.Don Giussani giustamente scrive che il cristiano d’oggi è più consapevole e cosciente della verità in quanto ha potuto godere della tradizione cristiana che ha permesso il progredire di Cristo in duemila anni di storia.Purtroppo le situazioni che viviamo quotidianamente, dal dibattito sorto in seguito al discorso del Papa a Ratisbona ad una semplice chiacchierata con un amico al bar, dimostrano che una parte dei cattolici d’oggi sembra non essere consapevole della tradizione cristiana che le è stata donata.Se guardiamo all’attuale situazione politica italiana notiamo come ci siano cattolici pronti a votare contro una mozione di solidarietà a favore del Papa e che invitano lo stesso a farsi difendere dalle proprie guardie svizzere in quanto non ritengono opportuno che l’Italia si impegni per la difesa del Capo della Chiesa.E questo purtroppo è solo l’inizio: fra alcuni mesi abbiamo il timore di assistere ad un film già visto in altri paesi europei (ad esempio la Spagna) in cui i cattolici alzeranno bandiera bianca davanti alle richieste della sinistra in merito a Pacs, pillola abortiva RU 486 e, new entry dell’ultimo minuto, eutanasia.Ma l’attuale quadro politico sopra descritto non è nient’altro che la punta di un iceberg che è destinato a farci affondare negli abissi del nichilismo e del relativismo.Un esempio di vita quotidiana può essere emblematico: venerdi’ scorso, durante una pausa caffè di metà mattinata e durante le consuete chiacchiere tra colleghi, il discorso è finito su un argomento spinoso: i diritti degli omosessuali.Un mio collega, che si dice cattolico, mi dice in tono convincente: “gli omosessuali possono avere tutti i diritti di sposarsi, questa è la libertà!”.E mentre si riempiva la bocca di questa parola “libertà” gli vedevi brillare gli occhi, come se per un momento si fosse sentito un paladino incaricato dal popolo di difendere la libertà del mondo.
Una sola riflessione: visto che il Gius dice che l’insegnamento di Gesù in vita non può essere diverso da quello dei giorni nostri, siamo proprio sicuri che il valore di libertà che Cristo andava predicando duemila anni fa fosse quello che intendeva il mio collega? A voi la risposta.

25 settembre 2006

EUTANASIA o della (buona?) morte

Ebbene ci siamo: dopo tante altre cosucce si è finalmente arrivati a toccare la questione della morte. In che ambito? Non in un dialogo fra due persone al bar, bensì ai vertici dello Stato.
Il tutto è (ri)scaturito dalla lettera disperata di un uomo da anni malato e allettato. Quest’uomo evidentemente senza speranza si è rivolto al Presidente della Repubblica, chiedendo di voler morire, con il (forse ultimo) desiderio che si faccia una legge che consenta di farsi uccidere/uccidersi quando si è in certe condizioni di malattia senza che da un tale gesto scaturiscano conseguenze di sorta (ad esempio, penali).
Mi chiedo: ma perché io, se voglio uccidermi, non agisco e basta? Perché devo pensare che sia lo Stato a potermi/dovermi dare l’ultima parola?
È chiaro, allora, che se io scrivo a Napolitano per dirgli che voglio morire, e nel caso di specie sono vicepresidente della fondazione Luca Coscioni, significa che attraverso ‘quel’ destinatario della mia lettera voglio trasmettere un messaggio al popolo.
Che messaggio?
a. che la vita è mia;
b. che, essendo mia, posso disporne come meglio mi pare;
c. che questo è talmente giusto da dover essere pro(im)posto al popolo con una legge;
Così è successo che il nostro umanissimo Presidente ha fatto propria la questione ed ha, con tempismo perfetto, spronato governo e parlamento a parlare della (buona) morte (in vista di una legge).
In parlamento a parlare della (buona) morte. I nostri governanti (quelli che bisogna-organizzare-la-felicità-degli-italiani) ci dimostreranno fino alla fine (letteralmente) come tengono alla nostra vita.
Ma quanta fretta di far crepare la gente (legalmente).
La mia ragione è proprio cocciuta e si interroga. Si chiede: ma di che stiamo parlando veramente? Quali sono i termini della questione? Qual è la posizione giusta (c’è sempre una posizione giusta)?
Io ho l’allergia per le posizioni mediane; per dirla tutta, la mediocrità mi fa schifo.
Quindi il dilemma è questo: o faccio di tutto per farti vivere o faccio di tutto per farti morire.
Io non sono per l’accanimento terapeutico, ma, perdiana, alimentare una persona non è una terapia (quando mangio la pastasciutta mi sto curando?); che poi l’alimentazione avvenga attraverso una cannetta è un dato meramente formale, ma parlare di accanimento è da bugiardi (nutrire un neonato con il biberon è un accanimento terapeutico?). Chi era Terry Schiavo? Chi sono i giusti che hanno deciso che bisognava smettere di alimentarla? Chi sono questi ipocriti assassini? QUELLI CHE L’HANNO UCCISA PER IL SUO BENE (bugiardi, l’hanno uccisa per il loro borghesissimo e falsissimo star bene, per non averla più tra i piedi, perchè le rogne vanno eliminate).
Bisogna RAGIONARE. Non bere a litrate il sentimentalismo materialista dei giusti dei nostri tempi.
DI CHI E’ LA VITA? È MIA? ME LA SONO DATA IO? Ma se è mia dovrei avere il potere di farmi come più mi piace: bello, ricco, potente, un essere perfetto. Se è mia perché darmi le malattie?
Fatto sta che 'sto potere non ce l’ho. Allora me lo prendo io, come rivincita, come ultima affermazione di me. Come ultimo tentativo di afferrare, di strappare, di possedere, di signoreggiare. Un grido di disperazione. Un latrato bestiale, dove non c’è più alcun significato, dove la vita è ridotta a materia, ad un bene, disponibile, da inserire in un testamento, come l’appartamento al mare o l’automobile. Dove l’ultima parola la dico io.
Ma l’art. 5 del codice civile ad esempio dice……ma l’art. 40 comma 2 del codice penale dice che….ma chi se ne frega! Se una cosa è possibile diventa giusta, persino doverosa, dice il modernismo che ti accoppa per un ‘atto d’amore’ (‘sti malati sono proprio un problema. Eliminiamoli, facendo credere a loro – ed a noi – che è perché vogliamo loro bene, un gran bene).
Insomma gli uomini che si ammazzano tra loro, che si aiutano persino ad ammazzarsi bene (il forno crematoio prima, l’iniezioncina dopo, stacco la spina….che varietà di metodi!).
Ma alla fine di tutto, alla fine dell’enorme, infinito ammasso di equivoci, di errori, di bugie, di falsità, di menzogne, di lupi travestiti da agnelli, di gulag-camere della dolce morte, di buonismi da idioti sentimentali che fanno più vittime delle guerre (sì cari) …e anche sulla malattia più devastante e sulla morte: “..l’ultima parola resta la Misericordia” (Don Giussani).
Io ho speranza, perché sono felice (non può sperare un infelice). E se fossi malata gravemente vorrei essere come un amico, che ha scritto: “La certezza, che da speranza, non è quella di guarire. Ma quella che sulla mia vita, in questo istante, c’è Qualcuno che mi vuole bene”.

24 settembre 2006

"La libertà è si' cara come sa chi per lei vita rifiuta"

Con questa citazione dantesca, l'editoriale pubblicato sul nuovo numero di Tempi ha commentato le parole dell'onorevole Mario Mauro, Vice presidente dell'Europarlamento il quale durante un pranzo con amici ha scritto un telegramma al Santo Padre. Ecco il testo: "Santità, in quest'ora confusa per i potenti della Terra, ma cosi' chiara per l'esperienza dei poveri di spirito, vogliamo ringraziarLa per l'appassionata difesa della RAGIONE e della LIBERTA' di tutti".
Di seguito riportiamo il link al discorso tenuto dal Santo Padre all'Università di Regensburg, che vi invitiamo a leggere per un'esigenza di conoscenza che, sola, consente un giudizio chiaro; con la preghiera di darne la massima diffusione in tutti gli ambiti ed a tutti i livelli.

http://www.clonline.org/articoli/ita/BenXVI120906.htm

20 settembre 2006

Formigoni: "il Papa ha ragione, basterebbe dire questo".

Con queste parole il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, apre l’intervista pubblicata oggi sul quotidiano Libero.

La presa di posizione di Formigoni è lucida e senza compromessi:

“ Il discorso del papa da Regensburg è innanzitutto un inno alla ragione, al senso religioso dell’uomo, a una fede religiosa che sia in accordo con la ragione. E’, infine, una difesa pressochè inattaccabile non solo dell’identità dell’Occidente Cristiano, ma del genere umano.
Perché è tipico dell’uomo usare la ragione. Non capisco come si possa non difendere una posizione del genere…...”.

“…..La politica ha il compito di dare una risposta ferma a quanto sta accadendo: noi non dobbiamo transigere di fronte a questo attacco deliberato al Papa e ai cattolici, dobbiamo dare una risposta ferma e ribadire che Benedetto XVI ha detto una grande verità, peraltro in continuità assoluta, e non potrebbe essere altrimenti, con la dottrina ed il magistero di Wojtyla….”.

“…..Quel che è certo è che il discorso di Benedetto XVI è , secondo me, inconfutabile secondo ragione.
Cioè, per attaccarlo occorre essere irragionevoli. Nell’Islam ci sono elementi estremi che purtroppo finiscono per caratterizzare tutto il mondo musulmano……”.

“…..C’è un compito culturale, educativo, che precede la politica. Che passa dalla consapevolezza di noi stessi, passa dalle scuole, dalle famiglie, dai movimenti culturali… ”.

Abbiamo constatato in questi giorni la quasi totale assenza di prese di posizione simili a quella del governatore lombardo.

Benedetto XVI si è detto rammaricato per quanto accaduto dopo il suo discorso a Regensburg, ma, a nostro avviso, dovremmo essere noi a rammaricarci, se non ad arrabbiarci, per il silenzio “assordante” mostrato da gran parte del mondo politico italiano.

Per volere di Dio, c’è ancora qualcuno, come Formigoni, che utilizza la ragione e si sente libero di esprimere ciò che pensa, o meglio, ciò che anche noi pensiamo.

19 settembre 2006

Noi stiamo col Papa

In relazione agli attacchi a Benedetto XVI da parte di esponenti islamici, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha diffuso la seguente dichiarazione:

«In merito alle accuse a Benedetto XVI, ci sono tre cose evidenti:
1) il Papa non voleva affatto offendere i credenti islamici, ma richiamare tutti a un uso corretto della ragione;
2) il Papa ha chiara consapevolezza di alcuni aspetti estremi delle vicende dell’islam, che sono verità della storia davanti agli occhi di tutti;
3) c’è un’intolleranza nei confronti della critica pacifica che è intollerabile, sia per quanto riguarda le posizioni preconcette di certi esponenti islamici sia per quanto riguarda l’indifferenza e la superficialità di molti commentatori occidentali.

«Noi stiamo col Papa. Affermando che “non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”, Benedetto XVI dice una cosa vera che vale per chiunque, a cominciare da noi cristiani.
«Questa posizione del Papa salva la possibilità di un’autentica esperienza religiosa per ogni uomo e permette un incontro nella pace. Non è questione di scontro di civiltà, ma dell’esperienza elementare dei “poveri di spirito” di ogni religione: questi vivono un rapporto ragionevole con Dio, a partire dalle esigenze di verità, bellezza, giustizia e felicità che ci sono nel cuore di ogni uomo, e proprio per questo non possono seguire le degenerazioni violente di coloro che, in nome di un’ideologia, rinunciano alla ragione per un potere, siano essi in Occidente o da qualunque altra parte».