16 novembre 2007

Come si combatte la violenza

Ormai è passata quasi una settimana dalla morte del tifoso laziale ma non si sono ancora fermate le polemiche sui fatti accaduti in quella terribile domenica nata con un tragico incidente e terminata con la devastazione di alcune città da parte di migliaia di vandali intenti a distruggere tutto quello che trovavano. L'opinione pubblica, intrisa del solito buonismo inutile, ha già preso posizione: il poliziotto ha ucciso deliberatamente ed i vandali hanno reagito per forza di cose. Poi magari si scopre che gli amici del tifoso laziale avevamo dei coltelli in macchina, ma questo poco importa. L'obiettivo è crocifiggere l'agente di polizia e seguire il vento del consenso....
Anche la politica ha dovuto adeguarsi all'opinione pubblica, infatti il Ministro Amato ha detto: "per stavolta passi la devastazione, la prossima volta reagiremo". Come a giustificare il comportamento di gente che la sera non ha nient'altro da fare che distruggere delle città. Infatti, a dimostrazione, il 95% degli ultras arrestati sono fuori dal carcere in soli due giorni.
Nessuno, tranne Benedetto XVI, ha capito dove risieda il problema e quale sia il significato da trarre da una domenica come quella scorsa. Benedetto XVI ha detto: "L'educazione della persona nella sua integralità è la vera condizione di ogni progresso, pace e riconciliazione, e dunque di ogni esclusione della violenza". In tutto il discutere e lo scrivere di questi giorni avete sentito qualcuno parlare di educazione?
L'urgenza più grande non è chiudere gli stadi o fare più controlli, ma è risvegliare dal cuore di ogni uomo quella apertura alla positività che lo caratterizza. Il grido di Don Giussani prima e Benedetto XVI poi per l'educazione del popolo sta divenendo sempre più attuale e rischia di essere la questione più seria con cui la società italiana dovrà fare i conti nel prossimo futuro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ottimo post che condivido in pieno. Buon lavoro. natanaele